Sogni di sogni by Antonio Tabucchi

Sogni di sogni by Antonio Tabucchi

autore:Antonio Tabucchi [Tabucchi, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788838908644
Google: k_MqAQAAIAAJ
Amazon: 8838908648
Goodreads: 1040120
editore: Sellerio
pubblicato: 1992-01-01T00:00:00+00:00


La notte del ventitre giugno del 1891, nell’ospedale di Marsiglia, Arthur Rimbaud, poeta e vagabondo, fece un sogno. Sognò che stava attraversando le Ar-denne. Portava la sua gamba amputata sotto il braccio e si appoggiava a una stampella. La gamba amputata era avvolta nella carta di un giornale sul quale, a titoli cubitali, c’era stampata una sua poesia.

Era verso la mezzanotte, e c’era la luna piena. I prati erano d’argento, e Arthur cantava. Arrivò nei pressi di un casolare dove c’era una finestra accesa. Si stese sul prato, sotto un enorme mandorlo, e continuò a cantare. Cantava una canzone rivoluzionaria e vagabonda che parlava di una donna e di un fucile. Dopo un po’ la porta si aprì e una donna uscì e venne avanti. Era una donna giovane, e aveva i capelli sciolti.

Se vuoi un fucile come chiede la tua canzone io posso dartelo, disse la donna, lo tengo nel granaio.

Rimbaud si strinse alla sua gamba amputata e rise. Vado alla Comune di Parigi, disse, e ho bisogno di un fucile.

La donna lo guidò fino al granaio. Era una costruzione a due piani. Al pianterreno c’erano delle pe core, e al piano di sopra, dove si saliva con una scala a pioli, c’era il granaio. Non posso salire fino lassù, disse Rimbaud, io ti aspetterò qui, fra le pecore. Si stese sulla paglia e si tolse i pantaloni. Quando la donna discese lo trovò pronto a fare l’amore. Se vuoi una donna come chiede la tua canzone, disse la donna, io posso dartela. Rimbaud l’abbracciò e le chiese: come si chiama questa donna? Si chiama Aurelia, disse la donna, perché è una donna di sogno. E sciolse il vestito.

Si amarono fra le pecore, e Rimbaud teneva ben vicino la sua gamba amputata. Quando si furono amati la donna disse: resta. Non posso, rispose Rimbaud, devo partire, vieni fuori con me, a vedere l’alba che sorge. Uscirono sullo spiazzo che faceva già chiaro. Tu non senti queste grida, disse Rimbaud, ma io le sento, vengono da Parigi e mi chiamano, è la libertà, è il richiamo della lontananza.

La donna era ancora nuda, sotto il mandorlo. Ti lascerò la mia gamba, disse Rimbaud, abbine cura.

E si diresse verso la strada maestra. Che bello, ora non zoppicava più. Camminava come se avesse avuto due gambe. E sotto i suoi zoccoli la strada risuonava. L’alba era rossa all’orizzonte. E lui cantava, e era felice.

Sogno di Anton Cechov, scrittore e medico



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